Città Eterna, Capitale d’Italia, sede della Santa Sede, Urbe con la Maiuscola: Roma dovrebbe essere una metropoli da prendere sul serio e dove prendersi sul serio e invece accade il contrario. Forse perché, esplorandola, si incontrano località dai nomi talmente incredibili da sembrare inventati.
La Storta e Spizzichino.
Malagrotta e Casal de’ Pazzi.
Martellona, Chiavichetta, Spregamore, Infernetto.
Brava e Bravetta.
Luoghi che segnano lo spirito della città e dei suoi abitanti. Autoironia e disincanto, compiacimento e delusioni, iperboli e ossimori: l’eterna fine del mondo di cui si è il centro periferico ovvero la periferia centrale.
I toponimi raccontano la storia dei luoghi, le spettacolari commistioni tra fasti e decadenze. Conoscerli è fondamentale per comprendere lo spettacolo della romanità, per partecipare alla messa in scena che vive ogni giorno chi la abita. Una straordinaria rappresentazione tragicomica che spesso è una farsa grottesca.
Guardando agli autobus e ai casali bruciati, alle strade e alle torri spaccate, ci si ricorda di Tito Maccio Plauto: “Ciò che è andato in malora vi è andato definitivamente” ma “Se sei contento, hai abbastanza per vivere bene” .
Esiste una mappa, fatta per gioco da Niccolò Gori Sassoli e Giovanni Belia, che aiuta a non perdersi in questo mondo e a conoscere giocando i luoghi che ne plasmano l’identità. Si chiamava Rosiko? adesso Il Rosicone. La pubblica Tic Edizioni, si trova online e in qualche libreria.
Guardandola attentamente si possono individuare luoghi che evocano organismi endotici, più o meno selvatici e commestibili.
Testa di Lepre e Prato Falcone.
Monte del Gallo e La Merluzza.
Dragona e Serpentara.
Tor Lupara, Bufalotta e Gattaceca.
Affogalasino all’Acquafredda.
Spunti per immaginare posti fantastici che potrebbero esistere solo qui:
Osteria Fracica e Castel del Prete.
Ponte Caciara e Col Porchetta.
Fonte Piotta e Carciofaro.
Tor Mignotta e Val Cazzuta.
Il Pupone e Il Rosicone.
NOMINA SUNT CONSEQUENTIA RERUM